I gigli di Sant'Antonio e le criocere del giglio: come eliminarle?

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I miei gigli: finalmente fioriti dopo cinque anni!

I MIEI GIGLI

Nella zona piĆ¹ ombrosa del mio giardino, lungo la recinzione, dacchĆ© ricordo c'ĆØ sempre stato un grosso gruppo di gigli bianchi, quelli di solito chiamati Gigli di Sant'Antonio (nome scientifico Lilium candidum). Provengono dalla piccola aiuola del giardino dei miei nonni materni, dalla quale sono spariti alcuni anni fa a causa di lavori di ammodernamento della casa: hanno per questo per me un certo valore sentimentale. 


CARATTERISTICHE DEL GIGLIO DI SANT'ANTONIO

Il Lilium candidum ĆØ una bulbosa perenne originaria dei Balcani e dell'Asia occidentale. 
Steli lunghi un metro e mezzo si alzano da una rosetta di foglie lanceolate alla base. I fiori a forma di ombrello, che compaiono a maggio, sono costituiti da sei petali candidi e ricurvi e con lunghi pistilli di colore arancione acceso. Si tratta di fiori  profumatissimi, dalla fragranza intensa che si sparge per tutto il resto del giardino.
La parte aerea della pianta sparisce in inverno per riformarsi in primavera. 
Il luogo ideale in cui piantare i gigli ĆØ al riparo dal vento e dove siano sƬ al sole, ma non per piĆ¹ di sei ore al giorno. Amano, inoltre, terreni senza ristagni ma non secchi.
Se piantati come nel mio caso in giardino, questi gigli non necessitano di innaffiature nĆ© di concimazioni: fanno tutto da sĆ©. 
I gigli si riproducono facilmente prelevando i tanti bulbilli che vengono prodotti ogni anno dai bulbi originari: basta staccarli in autunno e piantarli dove si desidera.

EVOLUZIONE DI UN ATTACCO DI  CRIOCERE DEL GIGLIO (LILIOCERIS LILII)

I miei gigli bianchi sono fioriti per decenni senza problemi finchĆ© nella primavera del 2007 mi sono accorta che stava succedendo qualcosa di strano e piuttosto rivoltante: il gruppo di gigli era stato semi-divorato da vermetti lunghi circa un'unghia di colore arancione fluorescente che secernevano e si ricoprivano di  qualcosa di nero e schifoso... Altro elemento interessante era che le larve mangiavano solo i gigli ignorando le piante circostanti. La velocitĆ  con cui si mangiavano le foglie era impressionante! Le larve si trasformavano infine in coleotteri di colore rosso acceso che se cercavi di catturare si lanciavano a terra per nascondersi nel terreno.
Non appena mi sono resa conto della gravitĆ  dell'attacco degli insetti mi sono attivata per capire di cosa si trattasse: la sentenza ĆØ stata "criocere del giglio". Ho inserito un link e non una foto perchĆ© mi fanno proprio schifo... La cosa che piĆ¹ mi ha disgustata ĆØ stato sapere che quella roba nera di cui le larve si ricoprivano erano i propri escrementi! Tremendo! Non potrĆ² mai mettere mano su una foglia su cui si trovi uno di quei cosi!


COME ELIMINARE LE CRIOCERE DEL GIGLIO

Contro questi insetti c'ĆØ poco da fare: ĆØ necessario agire al piĆ¹ presto possibile, quando gli esemplari sono allo stato larvale perchĆ© ĆØ il momento in cui sono piĆ¹ vulnerabili. 

Non esistono rimedi naturali contro di loro se non l'ammazzarli a mano uno a uno, ma ci vuole stomaco: nel mio caso erano decine e decine!  

Ecco come mi  ĆØ stato consigliato di agire per via chimica:

1. A inizio primavera, quando compaiono i primi esemplari che escono dal terreno o arrivano in volo, bisogna spruzzare sui gigli un piretroide
2. Alla comparsa delle larve si usa il Confidor
3. A fine stagione, infine, quando il Confidor perde efficacia, si dovrebbe usare un insetticida ad ampio spettro per limitare il numero di insetti che andrĆ  a svernare. 

La prima e l'ultima cosa dimentico sempre di farle: probabilmente per questo non sono ancora riuscita a risolvere il problema delle criocere completamente... Maledette bestiacce! Sebbene il loro numero sia diminuito rispetto alla prima invasione, nonostante i miei sforzi sono sempre riuscite a impedire ai miei poveri gigli di fiorire, almeno fino a quest'anno! Finalmente due steli sono riusciti a farcela! Che gioia rivederli dopo tanti anni! 


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